Oggi siamo soliti udire spesso il termine dipendenza, si pensi alla ludopatia oppure alle nuove addiction comportamentali (smarphone, gameplay etc.), per non citare il classico accostamento spesso denigrante alle tossicodipendenze. Tuttavia, vorrei soffermarmi sul campo semantico, dipendenza deriva dal verbo dipendere, che dal latino – dependere – (pendere da), sottende all’essere legato a qualcosa o qualcuno, essere in potere di qualcosa o qualcuno oppure se vogliamo essere alle volontà di…potremmo continuare. Si evince senza dubbio che il termine dipendenza, in qualche modo indichi del come un individuo o anche una totalità di individui, dipendano da qualcosa e/o qualcuno. Fin da piccoli, siamo dipendenti dai nostri genitori, una dipendenza sana, genuina sicuramente evolutiva, ma cosa accade quando questa dipendenza diventa patologica. Cosa accade quando non riusciamo ad esistere senza l’altro? Cosa accade quando viviamo per assecondare l’altro? Cosa accade quando tutto quello che facciamo è in funzione dell’altro? Una cosa è certa, noi non esistiamo più, il nostro Io si sgretola e viene inglobato nella relazione, relazione che spesso intraprende una direzione disfunzionale, che poco a che fare con l’amore. Per questa ragione, oggi si parla sempre più spesso di Love Addiction, o se vogliamo dipendenza affettiva. Vorrei chiarire, che non ci si riferisce alle sole relazioni d’amore, poiché tali dipendenze, possono instaurarsi tra allievo e maestro, tra paziente e terapeuta, tra educatore e scolaro, tra genitori e figli, fra lavoratori e dipendenti e cosi via. Alla base di tali dipendenze, si cela una distorta rappresentazione di sé, cosi come la rappresentazione dell’altro e allo stesso modo, la rappresentazione della relazione di sé con gli altri. L’altro diventa un oggetto a cui delegare tutte quelle funzioni che il dipendente non è capace d’ assolvere, o quanto meno crede di non essere capace. Il tutto, conduce a relazioni tossiche, fittizie e artefatte, in cui l’amore è solo un nome, ma non rispecchia il vero vissuto della persona. La sofferenza che ne deriva è disarmante, poiché l’allontanamento, la discussione o il conflitto con il partner in questo frangente, diventa generatore di ansia, stress, stati depressivi e insicurezza di vario genere. L’amore è parte integrante della nostra vita, se non fondante delle nostre vite, tuttavia l’amore merita reciprocità, complicità, rispetto, libertà e sincronia, fuorché la dipendenza.
Per approfondire:
Bibliografia
· Avenia, F.; Pistuddi, A. (2007). Manual of sexual addiction. Definizioni, diagnosi, interventi (Vol. 6). FrancoAngeli, Milano;
· Borgioni, M. (2015). Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota. Alpes Italia, Roma;
· Caretti, V., & La Barbera, D. (2005). Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia. Raffaello Cortina Editore;
· Caretti, V., & La Barbera, D. (2009). Le nuove dipendenze: diagnosi e clinica. Roma, Carocci;
· Goldner, V. (2004). Quando l’amore fa male: trattare le relazioni violente. Inchiesta psicoanalitica, 24 (3), 346-372;
· Guerreschi, C. (2011). La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore? Ma si può morire anche d’amore? FrancoAngeli, Milano;
· Lingiardi, V. (2005). Personalità dipendente e dipendenza relazionale. In Le dipendenze patologiche (pp. 71-111). Raffaello Cortina Editore;
· Nicoli, L. (2009). Amare senza perdersi: Psicoanalisi e dipendenze affettive. Foschi, Forli (FC);
· Whitfield, C. L. (1997). Co-dependence, addictions, and related disorders. Substance abuse: A comprehensive textbook, 674-675.