Oggi stiamo assistendo ad un vero stravolgimento della vita familiare, in particolare, un cambiamento radicale nei processi di educazione e accudimento. La società oggi, ci ha condotto gradualmente in un mondo virtuale che avrebbe dovuto aiutarci a connetterci, inspiegabilmente però, ci troviamo sempre più sconnessi, da noi stessi e dagli altri. Questo è più evidente all’interno delle famiglie, dove si passa meno tempo con i propri cari, trascorrendo più tempo con i dispositivi mobili, e non mi riferisco solo ai minori ma anche ai genitori stessi. La società ancora, ci ha condotto verso l’interesse per i beni materiali, all’apparenza, alla banalità, perdendo magari quei valori di amore e d’affetto ed è chiaro che noi abbiamo messo il nostro zampino. In questo senso, se da una parte è stato bello allontanarci da quei valori totalizzanti di Padre – Padrone ricordando G. Ledda, forse oggi siamo andati oltre, entrando nell’era di Padre – Amicone. Come sottolineo nel mio libro “Con Loro” di imminente pubblicazione, abbiamo dimenticato i concetti di fatica, impegno, rispetto; la cultura dell’avere tutto e subito senza passare per il Via! L’eccessiva amicizia con i propri figli non funziona, conduce alla perdita di autorevolezza. Oggi più che mai, non c’è da parte dei genitori la capacità di porre limiti e regole chiare. Naturalmente, non le regole autoritarie del passato, però comunque regole, discusse, concordate, spiegate, ma pur sempre regole. In un certo senso, sembrerebbe oggi, che si cerchi più di ottenere il consenso dei figli, tutto va contrattato e ricontrattato infinite volte. Abbiamo dimenticato quei bei No che ci fanno crescere, forse non tutti conoscono A.Phillips “I no che aiutano a crescere”, libro interessante e bellissimo, che sottolinea l’importanza dei No e della loro funzione evolutiva. Siamo invece voluti andare nella direzione del Si come costante, allontanando il bambino e l’adolescente dai processi di frustrazione, senza i quali non può esserci equilibrio nella personalità, senza i quali si cade in dinamiche autocentrate ed onnipotenti, che portano a vere difficoltà di crescita.
In un’ottica di riflessione e condivisione, mi chiedo se è stata davvero la società, oppure se il nostro egoismo si è fatto talmente forte che abbiamo scelto la strada semplice invece di quella giusta, se questo essere amichevoli, accondiscendenti e onnicomprensivi, non sia un modo per avere meno problemi e meno discussioni, rispetto all’esercizio dell’ autorevolezza.
Per approfondire:
Ledda, G. (2013). Padre Padrone. Baldini e Castoldi;
Ammaniti, M. (2015). La famiglia adolescente. Gius. Laterza & Figli Spa;
Barone, P. (2019). Gli anni stretti. L’adolescenza tra presente e futuro (pp. 5-127). Franco Angeli;
Lancini, M. (2020). Il ritiro sociale negli adolescenti: la solitudine di una generazione iperconnessa. Raffaello Cortina Editore;
Phillips, A. (2010). I no che aiutano a crescere. Feltrinelli Editore;
Reynaud, M., Karila, L., Blecha, L., & Benyamina, A. (2010). Is love passion an addictive disorder?. The American Journal of Drug and Alcohol Abuse, 36(5), 261-267;
Russo, C., Zagrean, I., Mangialavori, S., Danioni, F., Cacioppo, M., & Barni, D. (2019). Comportamenti di uso problematico in adolescenza: il ruolo dei valori personali come fattori di protezione e di rischio. Psicologia sociale, 14(3), 385-404.